8 Febbraio 2021
La meraviglia è la chiave per tornare a “vedere”
“Felice chi ha ogni giorno Fillide sotto gli occhi e non finisce mai di vedere le cose che contiene”, esclama Calvino in uno dei racconti che popolano le sue Città Invisibili. Perché a Fillide, forse più delle altre, tocca la dura sorte dell’abitudine che rende ciechi e cancella le bellezze che al primo sguardo avevano così tanto colpito. Com’è possibile che dove prima vedevamo una bella casa, un grazioso ponticello, delle strade lastricate inondate di sole, con il passare del tempo finiamo solo per cercare con gli occhi i sassi da evitare per non inciampare? Cosa succede alle nostre città, ai nostri luoghi?
La sorpresa è l’elemento che ci permette di riscoprire ciò che ci circonda, la capacità di meravigliarci. L’occhio vede il mondo. Ma parlando di vedere, dobbiamo considerare che l’uomo osserva a seconda dei rapporti che ha con il mondo. La distinzione sostanziale sta tra un vedere passivo, che subisce l’immagine, e uno attivo, che invece la elabora e la riconosce andando al di là della visione rapida e distratta. Così, se gli dedichiamo una nuova attenzione, ciò che ogni giorni capita sotto i nostri occhi può risplendere di luce nuova.
Ecco cosa succede quando smettiamo di provare stupore di fronte alle cose: ci dimentichiamo di come sono. Se provate a chiudere gli occhi e a pensare al vostro albero in giardino, sapete dire quanti nodi ci sono sulla sua corteccia? E invece se pensate alla strada che fate tutti i giorni, sapete descrivere che luce arriva a una certa ora della mattina sulla vetrina del panettiere? E ancora, se pensate alla fontana del centro della vostra città, sapete ricordare quante statue ha?
L’uomo si interroga sul mondo e attraverso questa indagine sa di esistere. La sua capacità di provare meraviglia gli permette di relazionarsi con ciò che lo circonda. Per questo, l’esercizio che vi proponiamo oggi è quello di lasciare spazio all’autenticità di ciò che c’è intorno a voi. Si dice spesso che per viaggiare non sia necessario andare dall’altra parte del mondo e oggi più che mai il bisogno di riscoprire i nostri luoghi si fa fondamentale.
Il desiderio di rimettersi in contatto con la natura, ma anche con gli spazi urbani all’aria aperta è fortissima, rappresenta un senso di libertà verso cui questi mesi di chiusura ci hanno spinto. E allora forse la prima cosa che dobbiamo fare è riuscire a riappropriarci dei nostri spazi, fare quelle visite che abbiamo sempre rimandato perché mete troppo vicine e riscoprire luoghi che spesso abbiamo sottovalutato e vedrete quanto vi sapranno stupire.
Quello che succederà camminando nel bosco appena fuori dal centro urbano, sarà dirsi “ma perché non me ne sono accorto prima?”. Troverete tesori nella semplicità che profumano di casa non tanto in senso stretto, quanto nell’accezione di appartenenza a un luogo. Ci siamo allontanati da ciò che non vedevamo più perché assuefatti dalla loro immagine, per scoprire, una volta che ci è stato sottratto alla vista, che non ci ricordavamo esattamente come fossero fatti. C’è bisogno di abbattere l’ovvio per tornare a vedere.
Nonostante questo articolo possa sembrarvi una prosa un po’ ruffiana dell’essenziale è invisibile agli occhi del Piccolo Principe, provate a fidarvi di quello che vi stiamo dicendo e datevi una possibilità. Perché di invisibile non c’è proprio niente, ma anzi, la bellezza è davanti a noi e chiede a gran voce di essere osservata e amata. Quindi, scarpe comode, bagaglio leggero, leggerissimo, e qualche ora di tempo.
Portate qualcosa da bere, non è detto che ci siano fontane o zone attrezzate nei luoghi appena fuori il centro urbano, e magari un piccolo diario dove appuntare ogni cosa che sa cogliere la vostra attenzione, un buon gps e dite sempre a qualcuno dove state andando. Queste sono le regole base per ogni tipo di escursione, che valgono in montagna, al mare, in città o in campagna. Restando nei paraggi, senza andare lontano, è possibile fare delle esperienze inaspettate, ma la sicurezza deve essere al primo posto nei vostri pensieri.
La limitazione alla nostra voglia di viaggiare ha bisogno di trovare un suo corrispondente positivo per poter essere accettata e questo potrebbe essere proprio la consapevolezza che basta uscire dalla propria porta di casa per iniziare un viaggio. Ci sono luoghi che vogliono essere scoperti e le attività che si svolgono all’aria aperta danno la possibilità ogni giorno di rendersene conto.
E allora grazie Calvino per averci portato con te a scoprire la città dove ci si dimentica cosa si osserva, dove “Milioni d’occhi s’alzano su finestre ponti capperi ed è come scorressero su una pagina bianca”. Per dirci poi, con un sospiro di sollievo, che “Molte sono le città come Fillide che si sottraggono agli sguardi tranne che se le cogli di sorpresa”.