10 Febbraio 2020

Seguire il Flow per essere felici

Ci sono momenti nella nostra vita in cui ci sembra che il tempo scorra così velocemente che quasi non ce ne accorgiamo. Momenti in cui siamo talmente presi dalla nostra attività e concentrati sul momento presente da lasciare il mondo fuori. Un momento di benessere perfetto, dove tutto è esattamente come vorremmo che fosse. È proprio in quei momenti che stiamo vivendo delle esperienze cosiddette di estasi, o meglio di Flow.

Le volte che ci è capitato di imbatterci in questa parola sono davvero molte, ma forse non sempre è stato chiaro cosa si intende con il vivere nel Flow, seguire il Flow, restare nel Flow. Per dare una definizione del termine, potremmo pensarlo come uno stato di coscienza in cui la persona è completamente immersa in un’attività e la condizione è caratterizzata da un totale coinvolgimento dell’individuo. Il concetto di “flusso” fu introdotto nel 1975 dallo psicologo Mihály Csíkszentmihályi per poi diffondersi in vari campi di applicazione della psicologia, come lo sport, la spiritualità, la meditazione.

La capacità di fluire identifica una forza nuova perché implica la capacità di lasciare andare. Teniamo bene a mente questo concetto. Viviamo in un momento storico e una società basati sul possesso, sulle abitudini e la routine e questo modo di vivere sembra porsi in antitesi perché richiede un impegno e un allenamento profondo, una predisposizione in contrasto con le nostre normali abitudini. Stare nel Flow significa avere un senso di elasticità mentale, fisica e spirituale che ci porta a stare bene in tutte le occasioni. Per questo le esperienze ottimali o di Flow sono fondamentali per la nostra felicità.

Quello che succede quando la mente non è totalmente assorbita da un’attività è che comincia a muoversi a caso, scavando in un passato a volte cupo o mirando a un futuro incerto. Questo ci rende infelici e aumenta irrequietudine e insicurezza. Una caratteristica comune a molti malesseri psicologici può essere individuata nella modalità di porsi rispetto alla dimensione temporale. Le persone che soffrono vivono con il corpo nel presente ma con la mente altrove, s’immaginano nel passato o nel futuro e questo fa dimenticare la cosa più importante: vivere il presente.

Ovviamente vivere nel presente non vuol dire “leggerezza” e non prendere ciò che capita sul serio, ma affrontare la vita senza resistenza e sforzo, anche di fronte agli imprevisti perché questi capitano sempre e sono sempre in agguato.

COME E QUANDO SI GENERA IL FLOW

Fondamentale per raggiungere lo stato di Flow è quello di riuscire a trovare il giusto equilibro tra le nostre capacità /abilità e le sfide che una certa attività ci richiede. È importante dunque porsi delle mete realistiche, degli obiettivi alla nostra portata in modo che il raggiungimento di questi non sia un percorso né troppo facile, né troppo difficile, ma in armonia con le capacità di ognuno. Lo stato emotivo del Flow dunque può essere raggiungo realizzando qualsiasi tipo di attività, come la pittura, la scrittura, la musica, lo sport. Lo yoga è una pratica spirituale e, anche se ci rivolgiamo al corpo, si lega perfettamente con il concetto di flusso perché ci obbliga a stare nel momento, in una determinata posizione o asana i secondi sufficienti per riuscire a concentrarci su ciò che stiamo facendo in quel determinato momento.

CIÒ CHE IMPEDISCE IL RAGGIUNGIMENTO DEL FLOW

Ci sono delle situazioni e degli stati d’animo che si interpongono al raggiungimento dello stato ottimale di ognuno. Tra questi ci sono un livello di ansia elevato, la mancanza di autocontrollo, una preoccupazione elevata determinata dai giudizi esterni. A queste si aggiungono la mancanza di concentrazione e motivazione ma anche la mancanza di convinzione nei propri mezzi.
Quando si vive in maniera fluida tutto rallenta, anche il tempo rallenta e si riesce a distribuire la propria fluidità emotiva dentro e fuori di sé. Per questo quando si presentano alcuni degli impedimenti al raggiungimento del nostro stato benessere bisognerebbe seguire alcuni consigli a cominciare dalla cosa più scontata, ma anche sottovalutata, ovvero Respirare. Prima di agire, di arrabbiarvi, di urlare o qualsiasi altra reazione, prendete un bel respiro o anche più di uno. Mettete ordine nelle vostre priorità e lasciate fluire.

Secondo consiglio è quello di prendere consapevolezza del fatto che non si può controllare tutto e che gli imprevisti sono dietro l’angolo anche per la persona più razionale e organizzata per questo è importante accettare sé stessi e gli altri. Proprio per entrare in empatia con gli altri, provate a cambiare prospettiva, fermatevi un attimo e fate un passo indietro. Guardate la situazione dal di fuori, in questo modo la situazione assume un diverso significato e diventa meno importante. Ricordate che il cambiamento è naturale e inevitabile. Non siate attaccati a delle situazioni predefinite perché nulla è destinato a durare per sempre.

YOGA FLOW

Lo Yoga Flow, anche detto Vinyasa Yoga Flow, è un tipo di yoga si basa sulla sincronizzazione del respiro con il movimento (vinyasa). In questo modo si unisce in un unico flusso (Flow) una serie di posture (asana). Il risultato è una sorta di coreografia potente ed elegante in cui le posizioni sono collegate una all’altra, a creare quel flusso armonico. In questa pratica le posizioni si eseguono più velocemente e sono collegate fra di loro in un flusso continuo, come una sorta di danza. Nel Vinyasa Flow Yoga gli asana vengono mantenuti per pochi secondi e il passaggio da uno all’altro avviene attraverso posture intermedie, chiamate transizioni in modo che ogni movimento sia accompagnato da un’espirazione o un’inspirazione.  Solitamente vengono scelte posizioni che allenano alternativamente muscoli agonisti e muscoli antagonisti; in questo modo la postura viene rafforzata e si raggiungono livelli di equilibrio decisamente elevati. Si tratta di una disciplina fisicamente molto impegnativa che richiede una certa preparazione, potenza muscolare, equilibrio e resistenza. Ciononostante anche il Vinyasa Flow Yoga si basa sul principio di rispetto dei ritmi del proprio corpo.

Sara Canali