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30 Aprile 2021

Trekking, hiking, cammino: le diverse facce del camminare

Camminare: che sia lentamente, per esplorare o per pellegrinaggio, l’incedere a piedi è una pratica che negli ultimi anni ha reso l’Italia un paese di camminatori. A confermarlo, i dati della ricerca di Terre di Mezzo che ha sottoposto il suo questionario online “Io e il mio cammino” a 3.301 camminatori. Da gennaio a fine settembre 2020 su 14 itinerari sono state rilasciate 29.246 credenziali, il 32% in meno rispetto all’anno precedente causato dalla mancanza di turismo straniero e dal lockdown totale che ha paralizzato ogni attività da marzo a giugno. Un calo che comunque risulta contenuto se paragonato al meno 85% registrato all’arrivo sul Cammino di Santiago. Gli italiani hanno camminato di più grazie al fatto che lungo tutta la Penisola possono trovare percorsi di pochi giorni e di tipologie diverse (storici, naturalistici, religiosi).

Da aggiungere il fatto, non di certo irrilevante, che il 13% degli intervistati ha fatto la sua prima esperienza proprio nei mesi estivi del 2020 a testimonianza di come la riappropriazione del territorio e la voglia di vivere esperienze all’aria aperta sia più forte che mai. Tanto che anche l’Isnart ha registrato come i camminatori abbiano rappresentato il 39% dei vacanzieri connazionali. Nei mesi tra luglio e settembre, l’obiettivo di “praticare sport” (32%) ha assunto la stessa forza motivazionale di quella che in passato era la fruizione del patrimonio culturale. 

Perché camminare?

Frequentare luoghi poco affollati, muoversi in libertà e stare all’aria aperta: questi i motivi principali che portano sempre più persone ad approcciarsi al trekking e ai cammini provocando un vero e proprio cambio di paradigma e introducendo il tanto professato messaggio che il “viaggio” è importante tanto quanto la destinazione. Da aggiungere poi il fatto che camminare rappresenta un’attività a basso impatto che permette una fruizione lenta dei nostri spazi e la riscoperta dell’attività tra le più antiche che esistano oltre che avere un ruolo sociale e di condivisione importante. 

Lungo il cammino è facile incontrare altre persone con cui condividere uno o più tratti del nostro avanzare, perché la fatica unisce e rende più solidali uno nei confronti dell’altro. In Italia ci sono 44 itinerari culturali di particolare rilievo europeo e nazionale da percorrere a piedi o con altre forme di mobilità dolce, ma esistono anche percorsi di pochi giorni, facilmente raggiungibili e altri da percorrere in una sola giornata. 

Quali sono le forme della camminata?

Arriva dal CAI il mini glossario che ci permette di chiarire le differenze tra le diverse attività outdoor che hanno a che fare con il camminare. Tre le parole prese in considerazione che sono Trekking, Hiking e Cammino. 

Quando si parla di Trekking, si vuole intendere un percorso di più giorni a tappe che chiede pernottamenti in rifugi, bivacchi o in tenda e di solito lo si associa a un percorso su sentieri di media o alta montagna. Obiettivo: l’immersione totale nella natura e il distanziamento dal mondo urbano.

Con Hiking invece si intendono tutte quelle avventure più brevi, normalmente di un giorno, che iniziano al mattino e terminano la sera e che non prevedono un pernottamento fuori casa. Un viaggio più veloce con lo zaino leggero che non necessita una grande preparazione né organizzazione, ma permette lo stesso di immergersi in un contesto naturale e distanziarsi dalla frenesia.

Infine ci sono i Cammini che, a differenza del trekking, si svolgono a bassa quota e spesso lungo strade e non sentieri. Solitamente ci si riferisce a un lungo percorso, come quello di Santiago o la Via Francigena, in cui lo scopo – dai tempi che furono – è raggiungere una meta. Un percorso catartico, generalmente a tema spirituale, in cui il viaggio ha un significato purificatorio e il raggiungimento della meta conferma e consolida il cambiamento avvenuto durante il cammino. Non è quindi la natura che ci accoglie o l’esperienza outdoor a significare il core dell’esperienza ‘cammino’ quanto il ‘viaggio interiore’. Obiettivo: percorrerlo tutto, ma se non si può, almeno la maggior parte. 

I consigli per partire

Prima di mettersi in cammino sono fondamentali alcuni accorgimenti:

  • Importante munirsi di mappe, cartine tracce GPS, soprattutto se si viaggia da soli e studiare il percorso ancora prima di partire.
  • Non sottovalutare la parte che riguarda l’allenamento nei mesi precedenti la partenza: improvvisarsi camminatori può mettere a dura prova muscoli e articolazioni, lasciandovi a metà del vostro obiettivo. Almeno un paio di volte a settimana fate lunghe passeggiate di una decina di chilometri a passo svelto. 
  • Pensate bene a cosa portare con voi: lo zaino sarà il vostro compagno di viaggio, ma deve sostenervi e non ostacolarvi. Per questo, all’interno deve esserci solo l’essenziale e non deve pesare più del 10% del vostro peso corporeo.
  • Fondamentale non risparmiare sulle scarpe: saranno il vostro mezzo di trasporto ed è importante che siano comode. Preferite un paio ben rodato rispetto a un nuovo acquisto e, a meno di grandi dislivelli e sentieri impervi che richiedono uno scarponcino da montagna, preferite scarpe basse da trekking on addirittura da trail running capaci di essere traspiranti e insieme idrorepellenti.
  • Scegliete bene la stagione in cui partire anche a seconda del meteo della zona portando con voi abbigliamento a strati che possa essere così adattato alle diverse situazioni. Infine, evita di strafare: un cammino è un viaggio lento che ha bisogno di tempo e non una gara né una performance.

Sara Canali